Donne incammino

Donne in cammino

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“Il femminile è la capacità di abbandono e di tenerezza, l'accettazione del diverso, del debole, dello straniero. È il sentimento dolce e rutilante, erotico e avvampante che sussurra alle creature il mistero della vita. È la Luna. è Artemide, è Persefone, Iside, Ishtar, è la madre he osserva. riflette, ama e non giudica” (G. La Porta - Il ritorno della Graned Madre)

PERCORSO DI CONSAPEVOLEZZA E CRESCITA AL FEMMINILE IN 13 TAPPE

In qualità di ricercatrice indipendente, amante dell’antropologia culturale e della psicologia transgenerazionale mi sono sempre chiesta il perché nel corso della storia il piatto della bilancia più pesante e più ricco fosse quello maschile, quello della guerra, del dominio e del potere tout court. Si cresce così, con credenze, retaggi e saperi che trovano largo sostegno nelle teorie scientifiche di riferimento, nelle religioni imperanti, negli usi e nelle tradizioni, nonché nei manuali di storia propinati a scuola. Si cresce e si vive così. Pensando e credendo che il paradigma etico culturale sociale ereditato dai nostri antenati prossimi sia l’unico possibile. A seconda quindi del luogo di nascita di una donna, ci possono forse essere più spazi di riferimento e di evoluzioni; tuttavia da qualunque parte noi donne rivolgiamo lo sguardo, possiamo sentire che lo spazio di autentica espressione è per noi è limitato: a partire dal linguaggio, dall’istruzione ricevuta, dalla possibilità di crescita professionale offerta, etc.

Eppure tutti nasciamo dal corpo di una donna, madre terra è donna e madre, ‘Gaia è una grande madre vivente (Lovelock)’, e i principi che regolano l’universo sono due quello maschile e quello femminile, i quali si integrano e interagiscono in completo Caos e armonia.

Tutto in natura è duale e la dualità in equilibrio produce tutta la realtà che ci circonda: il giorno e la notte, il buio e la luce, la quiete e il movimento, la vita e la morte. Due i principi opposti i quali in equilibrio generano l’universo, un universo dispensatore di tutto ciò che serve per ben vivere in pace, equilibrio in armonia tra tutti gli esseri viventi. Eh sì, che bella favola! La favola bella però esiste davvero... ed ha ricerche mitico/archeologiche e storiche copiose ed interessanti.

C’era una volta una civiltà basata su valori come il legame con la terra e la natura, l’equilibrio ecologico, la pace, l’amore, la non violenza, l’uguaglianza fra i sessi, la parità sociale e la spiritualità, una civiltà dove il profitto e il progresso tecnologico erano investiti nel benessere comune, nelle arti e nel godimento della vita. Le città, prive di fortificazioni, erano costruite in base alla bellezza dei luoghi e alla ricchezza delle risorse naturali locali. Il principio comune era l’amore per la vita in tutte le sue manifestazioni animate e inanimate. Immaginate una società che non conosceva la guerra, almeno non nel senso comune che oggi le viene dato.

La profonda osservazione della natura nei suoi processi ciclici e legati alla fertilità delle donne, degli animali e delle piante, il porsi domande sull’origine della vita e il significato della morte, portò le genti di questa civiltà a immaginare l’universo come una madre onnidispensatrice nel cui grembo aveva origine ogni forma di vita e nel cui grembo, come nei cicli della vegetazione, tutto ritornava dopo la morte per poi rinascere. La religione di questa civiltà, di tipo matrilineare, fu quindi quella della Dea Madre, del principio femminile, del rispetto e considerazione delle donne, sacerdotesse e capi clan. La Dea aveva il potere di donare e sostenere la vita, quanto di portare la morte ma anche la rinascita.

Il principio maschile aveva anche la sua importanza ed era rappresentato dal figlio/amante della Dea; la loro unione era simboleggiata dal rito del “matrimonio sacro”. Alla mascolinità era quindi associata, tra l’altro, l’energia della Terra e lo spirito selvatico della natura e gli sciamani erano coloro capaci di entrare in contatto con queste forze per operare rituali sacri e guarigioni…

Occorre, quindi ritrovare i retaggi dell’antica Europa di cui Creta ne fu la culla, occorre camminare avanti guardando al passato prendendo a prestito la metafora del tempo tanto cara ai greci. Procedendo in avanti guardando al passato quindi volgendo le spalle al futuro; in quanto è ciò che conosco ed è sulla base di ciò che sono stato, ed è stato che posso creare e cocreare il futuro che desidero.

Mi piace pensare che ci stiamo svegliando un po’ tutti da questo antico sopore che non ha mai acquietato e ammansito quelle memorie cellulari così diverse da ciò che tradizioni, cultura e sistemi politici hanno voluto imporci.

Mi piace pensare che tutto ciò nasca dalle donne e da quella parte di arcaico sacro femminino presente anche negli uomini.

Mi piace percepire come nel corpo e nell’anima delle persone e dai bambini di oggi ciò sia così già chiaro ed evidente... un altro mondo ci attende; occorre solo trovare il coraggio (azione che viene dal cuore) per poterlo creare. Donne in cammino quindi su sentieri di nuove consapevolezze, o meglio su cammini di consapevolezze rimembrate in quanto mai completamente dimenticate. Donne unite da un sentire ritrovato che riscoprono e onorano il sapore della sorellanza e il sapere e la conoscenza del matriarcato. Donne che possono anche correre all’occorrenza con i lupi (il testo che tutti gli uomini e donne di buona volontà dovrebbero leggere, di Clarissa Pinkola Estes) quando l’emergenza di riprendere quel potere negato si fa forte ma che allo stesso tempo possono permettersi la lentezza, in quanto la cura, l’accoglienza e l’ascolto profondo di sé è degli altri hanno i tempi caldi ed accoglienti del cuore. Donne in cammino capaci di godersi il paesaggio fiere e gioiose di poter esprimere interamente il proprio potere interiore per, finalmente, manifestarlo al mondo.

Percorso DONNE IN CAMMINO 5 edizione 2023/2024<

presso Casa sul Ruscello, San Giusto di Compito

Una domenica al mese dalle 15 alle 19.30.

    1. Presentazione del percorso, analisi e lavoro sulla propria “impronta di nascita”.

    2. La bambina interiore (foto, oggetti, ricordi delle bambine che siamo state).

    3. Gli archetipi maschili e femminili dentro di noi e la loro impronta familiare, storica e animica (convinzioni e credenze limitanti da ripulire).

    4. Esplorazione delle nostre radici; La lunga linea del patriarcato dentro di noi.

    5. Esplorazione delle nostre radici; La lunga linea del matriarcato dentro di noi.

    6. La forza del sacro femminino dentro di noi. Le antenate nella nostra cultura. Luoghi e oggetti dedicati alla Dea Madre presenti sul nostro territorio ed anche oltre.

    7. Contatto con la donna interiore (corpo, cura, potere e sessualità).

    8. Accenni di sciamanesimo. Ruota medicina dei nativi americani.

    9. Accenni di sciamanesimo. Ruota medicina orientale (lo yoga).

    10. Talenti, vocazione e rimozione dei blocchi.

    11. Disvelamento della propria missione divina (letture d’anima individuali).

    12. Strumenti di lavoro, pendolo, cristalli, tarocchi, rune, canalizzazione ecc., ad ognuna il proprio strumento.

    13. Passaggio del rito delle dakini/meditazione e riflessioni conclusive sull'intero percorso.

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